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Storia del Veneto - Volume I
Le origini, l'età romana
e le invasioni barbariche

Il primo volume dell’opera tratta delle origini mitologiche e storiche dei Veneti e del periodo che va dalla preistoria, all’età preromana, all’epoca romana fino alla caduta dell’Impero romano d’occidente sotto la spinta delle invasioni barbariche.

Le fonti antiche consentono di ricostruire un’origine ancestrale dei Veneti che si perde nella mitologia greca. A metà del secondo millennio avanti Cristo l’arcaico polo degli Euganei è compenetrato e assorbito da una nuova popolazione di ceppo indoeuropeo proveniente dall’Europa settentrionale, che darà vita al popolo dei Veneti e dei Latini. La civiltà paleoveneta è riccamente documentata in epoca preromana in tutto il territorio compreso tra l’Adige e l’Isonzo, dove si sviluppano diverse “onde” di cultura materiale che culminano in nella Civiltà atestina (Este). In tutto il territorio veneto si rinvengono scritte, oggetti, tombe e strutture votive che testimoniano l’originalità e la vitalità di questo popolo, il cui legame con la nascente civiltà romana si perde nella notte dei tempi.

A proposito del rapporto tra Veneti e Romani, le fonti classiche latine non parlano di “alleanza” ma di “amicizia”: un rapporto molto più profondo, probabilmente collegato alla comune origine dei due popoli, testimoniata dalla grande somiglianza delle lingue. Romani e Veneti combattono insieme contro le tribù celtiche che tentano di invadere la penisola italiana nel IV secolo a.C. e sono ancora insieme per contrastare i tentativi di invasione dei Cartaginesi di Annibale nel III secolo a.C. I Veneti accolgono favorevolmente l’intervento delle legioni romane a difesa del confine settentrionale e orientale della Penisola e collaborano con esse fino ad accettare l’insediamento della colonia di Aquileia e la progressiva realizzazione di una rete stradale in grado di assicurare il rapido spostamento delle legioni.

Nel I secolo a.C., per esplicito volere di Giulio Cesare, dopo aver contribuito nei ranghi delle legioni al successo delle campagne di Raetia, Gallia, Britannia, Illirico e Pannonia, i Veneti ebbero lo status di cittadini romani e completarono in breve tempo il processo di progressiva integrazione nel sistema statale romano. Le città del Veneto crebbero e si svilupparono secondo il modello romano, fino ad essere annoverate dagli autori classici tra le più belle città della Penisola. I Veneti adottarono rapidamente l’organizzazione civile romana e riorganizzarono il loro territorio attraverso la centuriazione dei territori incolti. La rete stradale romana si ampliò notevolmente, collegando stabilmente la X Regio con le altre regioni italiane, con la Rezia, la Vindelicia, il Norico, la Pannonia e l’Illirico. La rete stradale affiancò così le vie lagunari e fluviali che da tempo immemorabile i Veneti utilizzavano per i loro commerci, e che consentivano loro di navigare da Ravenna a Trieste senza mai uscire in mare aperto. La rilevanza del Veneto come crocevia dei collegamenti europei è ricordata in innumerevoli testi, quali la Cosmografia Ravennate, la Tabula Peutingeriana, l’Itinerario Antonino, l’Itinerarium Burdigalensis.

Con la crisi della civiltà romana, la X Regio diviene la via preferenziale attraverso la quale passano prima le incursioni e poi le invasioni delle orde barbariche, nonostante la strenua difesa dei passi alpini operata dalle legioni romane. Prima i Visigoti di Alarico e poi gli Unni di Attila giungono a minacciare, saccheggiare e distruggere molte città della Venetia. La presa del potere da parte di Odoacre e dei suoi mercenari germanici pone fine all’Impero romano d’Occidente, ma stabilizza ancora per qualche tempo i confini della Penisola, arginando altri tentativi di invasione. L’avvento degli Ostrogoti di Teodorico prolunga per qualche tempo la sopravvivenza dell’ordinamento romano accanto a quello barbarico. Ma la Guerra Gotica, con la quale i Bizantini tentano di ristabilire in Italia la sovranità dell’Impero romano d’Oriente, ha l’effetto di distruggere ciò che rimane dell’ordinamento civile ed economico romano, precipitando le popolazioni della Penisola in uno stato di profonda crisi economica e sociale dal quale non riusciranno più a risollevarsi.

Nel VI secolo l’invasione dei Longobardi pone definitivamente fine all’ordinamento romano, principalmente come effetto dell’appropriazione e della colonizzazione del territorio accompagnato dal vero e proprio genocidio operato nei confronti della classe patrizia, dei possidenti e del clero. Quando i Longobardi eliminano fisicamente tutti i depositari della civiltà romana, l’ordinamento romano, rappresentato dal Corpus Iuris Civilis di Giustiniano, riesce a sopravvivere solo nella ristretta fascia lagunare della Venetia, dove le popolazioni venete, costrette a trasferirsi sulle isole della Laguna, danno vita, sotto l’egida bizantina, alla nuova realtà civile, territoriale ed economica che permetterà alla civiltà veneta di sopravvivere e di dare progressivamente origine alla luminosa parabola della Repubblica Serenissima.


Ugo Spezia
MEMORIE DI TERRA E D'ACQUA
Note di storia e cultura del Veneto dalle origini all'unità d'Italia
Volume I: Le origini, l'età romana e le invasioni barbariche