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Storia del Veneto - Volume III
Ascesa e apogeo
della Repubblica Serenissima

Il terzo volume dell’opera Memorie di terra e d’acqua è dedicato all’ascesa e alla progressiva affermazione della Repubblica Serenissima. Il Duecento è l’epoca in cui Venezia, già da lunghi secoli dedita al commercio lungo le rotte marittime e le vie lagunari e fluviali, e sempre più consapevole della propria forza militare, oltre che economica, inizia a rivendicare una posizione di maggiore rilievo nel contesto geopolitico dell’epoca. L’espansione nei territori d’oltremare porta gradualmente i Veneziani a percepire come eccessivamente ristretto il confine naturale del margine lagunare. Il confronto con le città-stato della Terraferma riguarda inizialmente i territori che confinano direttamente con quello veneziano, come Padova, Treviso e il Patriarcato del Friuli, ma si allarga presto alle città che, come Ferrara, Bologna e Ancona, che hanno interessi commerciali che entrano progressivamente in collisione con quelli veneziani.

Il confronto tra Venezia e le città venete della Terraferma deriva in primo luogo dall’esigenza di sfruttare, liberamente e senza pagare pesanti dazi, i fondi agricoli che i Veneziani possiedono in territorio padovano e trevisano e che sono essenziale per garantire l’approvvigionamento annonario della Repubblica, altrimenti del tutto priva di risorse agroalimentari. Essenziale è per i Veneziani anche la possibilità di approvvigionare nei territori della terraferma il legname che serve per alimentare la crescita della città e della flotta.

La lotta per il controllo delle rotte mercantili marittime si fonda per i Veneziani su una bolla emanata da papa Alessandro III nel 1177 che, in cambio del supporto avuto da Venezia contro il Barbarossa, riconosce la signoria della Serenissima sull’Adriatico. In forza di questa bolla, Venezia impone dazi su tutte le merci che transitano nell’Adriatico, mare che la Serenissima considera parte integrante dei propri domini.

Allo scopo di tutelare il proprio primato commerciale, la Serenissima sviluppa una politica estera che si avvale di armi innovative per l’epoca, come ad esempio l’embargo commerciale nei confronti delle città-stato che si dimostrano ostili o che si rifiutano di assecondare le vitali esigenze commerciali della Repubblica. In questo contesto appare a Venezia una nuova magistratura chiamata Collegio delle Rappresaglie, che ha il compito di definire e applicare ritorsioni commerciali contro le città e le potenze ostili.

All’inizio del Trecento la politica estera della Serenissima non mira più a garantire solo la tutela dei suoi interessi commerciali, ma assume un carattere di aperta difesa dei territori di Padova e Treviso, che Venezia già considera satelliti, dalle aggressioni esterne. In questa fase Venezia impedisce agli Scaligeri di impossessarsi di Padova, Treviso, Feltre, Belluno e del Cadore e nel 1339 giunge ad annettere per qualche tempo alla Repubblica la città e il territorio Treviso, primo nucleo di quelli che diventeranno i vasti Domini di Terraferma della Repubblica Serenissima.

Nella seconda metà del Trecento la Serenissima si scontra duramente con Padova, Genova, il Patriarcato di Aquileia e il Regno d’Ungheria, fino a sfiorare la definitiva disfatta nel 1380 con la Guerra di Chioggia. Ma all’inizio del Quattrocento riprende la sua espansione sulla Terraferma, fino a conquistare nel 1405 tutto il Veneto, nel 1420 il Friuli e a spostare nel 1454 lungo il corso dell’Adda il confine occidentale con il Ducato di Milano.

Terminata la fase di espansione sulla Terraferma, a metà del Quattrocento inizia il periodo di massimo splendore della Repubblica Serenissima, che si impone nel panorama europeo dell’epoca come un unicum non solo in quanto a potenza commerciale e militare, ma soprattutto come organizzazione statale, forma di governo e coesione civile. Alla potenza politico-economica fa riscontro una grande fiori-tura delle arti, tanto da indurre il grande scrittore e critico d’arte britannico John Ruskin a definire Età dei Maestri il mezzo secolo che va dal 1450 al 1500.

Giunta al culmine, la potenza della Serenissima suscita inevitabilmente sentimenti malevoli nelle altre potenze europee, che giungono a coalizzarsi segretamente sotto la guida del papato con l’obiettivo di spartirsi i suoi territori e le sue rotte commerciali. Tra il 1508 e il 1516 Venezia è costretta a difendersi dall’aggressione di tutte le potenze europee coalizzate nella Lega di Cambrai e a combattere la più dura delle guerre. Ridotta inizialmente all’interno dei margini lagunari, la Serenissima riuscirà a recuperare tutti i Domini di Terraferma anche grazie alla fedeltà delle città venete, che aveva saputo conquistare con il buon governo prima ancora che con la forza delle armi.

Il volume si conclude con l’esame di due importanti capitoli della storia del Veneto, relativi all’atteggiamento della Serenissima nei confronti della Riforma protestante di Martin Lutero e nei confronti degli Ebrei, che da tempo immemorabile — probabilmente dall’epoca romana — costituiscono parte essenziale del tessuto mercantile ed economico-finanziario della Repubblica.


Ugo Spezia
MEMORIE DI TERRA E D'ACQUA
Note di storia e cultura del Veneto dalle origini all'unità d'Italia
Volume III - Ascesa e apogeo della Repubblica Serenissima