Memorie di terra e d'acqua - Abstract volume 4.pdf

Storia del Veneto - Volume IV
La caduta della Serenissima
e le dominazioni straniere

Il quarto e ultimo volume dell’opera Memorie di terra e d’acqua si apre con la descrizione dello sviluppo e delle diverse fasi di quelle che è forse la più importante delle attività economiche sviluppate dai Veneti attraverso i secoli: l’economia del legno, dalle origini che si perdono nella notte dei tempi, agli sviluppi dell’epoca romana, fino al Medioevo e all’epoca moderna. Funzionali all’utilizzazione del legname sono le tecniche di trasporto fluviale sviluppate fin dall’antichità, che hanno utilizzato i principali fiumi del Veneto per veicolare alle città di pianura e ai cantieri navali della costa il legname tagliato prima in pianura, poi nella fascia collinare e infine nella fascia alpina.

Il rapporto dei Veneti con i corsi d’acqua si è sviluppato, oltre che come via di trasporto preferenziale, anche per la necessità di rendere fertile la media pianura veneta, caratterizzata da una particolare struttura geologica e stratigrafica. A questa esigenza si deve una prolungata attività dedicata alla realizzazione di canalizzazioni. Del tutto originale rispetto alle altre regioni d’Italia è il rapporto che i Veneti hanno sempre avuto con i corsi d’acqua, che sono stati sistematicamente piegati alle esigenze emergenti: la necessità di trasportare persone e merci, le esigenze di carattere militare nel confronto tra i potentati regionali, la soddisfazione dei bisogni fondamentali delle popolazioni e l’irrigazione delle terre. Gran parte degli interventi sui fiumi del Veneto si deve alla necessità dei Veneziani di evitare, per esigenze di difesa, il progressivo naturale interramento della laguna. Ma essenziale era anche l’esigenza di evitare che un eccessivo addolcimento delle acque lagunari recasse detrimento alla salubrità dell’ambiente, favorendo lo sviluppo delle zanzare portatrici della malaria: il mal aere, come definirono il morbo i Veneziani.

Sul piano geopolitico e strategico, dopo la grande vittoria di Lepanto, la Repubblica Serenissima continua a battersi con impegno contro i Turchi che, pur avendo perso ogni supremazia sui mari, continuano ad espandere i loro domini sulla terraferma, giungendo ad assediare Vienna. Il lungo confronto con i Turchi finirà con lo spossare economicamente e moralmente la Repubblica, che si incamminerà lungo un percorso di lento ma inesorabile declino.

La fine della Repubblica Serenissima giunge sull’onda dei primi esiti che la Rivoluzione francese ha sull’assetto del continente europeo. Rinunciando a difendersi in nome di una neutralità che, per essere rispettata, avrebbe invece richiesto il dispiegamento di tutta la forza del suo esercito e della sua flotta, Venezia soccombe moralmente, prima ancora che militarmente, e abbandona spontaneamente i propri territori alla violenza delle armate straniere. Il 12 maggio 1797 la Repubblica Serenissima cessa di esistere, mentre Venezia e il Veneto sono occupati dalle armate napoleoniche. In soli otto mesi le sue residue capacità militari ed economiche sono smantellate dai Francesi, che la depredano di denaro, beni e opere d’arte per poi cedere il Veneto all’Austria in cambio delle Fiandre Francesi (il Belgio).

All’inizio del 1798 per il Veneto inizia la Prima dominazione austriaca, che durerà fino al 1805 nel continuo susseguirsi di scontri tra le armate napoleoniche e le monarchie europee, mentre le condizioni sociali ed economiche del Veneto continuano a deteriorarsi.

Nel 1806 il Veneto cade sotto la Seconda dominazione francese ed è annesso al Regno d’Italia napoleonico, subendo una politica di sfruttamento economico che lo impoverirà ulteriormente. Nel 1814 l’Impero francese è definitivamente abbattuto dalle monarchie europee alleate tra loro. Il processo di restaurazione delle assegna nuovamente il Veneto all’Austria. La Seconda dominazione austriaca, che durerà fino al 1848, si caratterizzerà per l’impostazione poliziesca e l’oppressione fiscale, che finiranno col penalizzare ancora l’economia e le condizione della popolazione, soprattutto contadina, avviando il doloroso processo che porterà due milioni di contadini Veneti ad abbandonare per sempre la loro patria.

L’oppressione politica ed economica operata dagli Austriaci è tra le principali cause che nel 1848 portano all’insurrezione di Venezia e delle altre città del Veneto. A Venezia si instaura la Nuova Repubblica Veneta di San Marco, che però che non riesce ad interpretare e a coalizzare la pur evidente volontà di riscossa del Veneto e si attarda nella ricerca di un assetto repubblicano avulso dal contesto politico dell’epoca. Persa la Prima guerra d’indipendenza, il Piemonte ritira le truppe inviate a Venezia e abbandona nuovamente il Veneto all’Austria. Venezia decide di resistere ancora, e lo fa per un anno a prezzo di enormi sofferenze, prima di essere costretta a capitolare. La Terza dominazione austriaca del Veneto si protrarrà in un clima di repressione fino al 1866, anno in cui, pur avendo perso la Terza guerra d’indipendenza, il Regno d’Italia sabaudo riesce ad annettere anche il Veneto.

Il volume si conclude con una rassegna storico-tecnica delle specificità e dell’evoluzione del sistema di pesi e misure in uso nel Veneto dall’epoca preromana fino all’annessione al Regno d’Italia.


Ugo Spezia
MEMORIE DI TERRA E D'ACQUA
Note di storia e cultura del Veneto dalle origini all'unità d'Italia
Volume IV - La caduta della Serenissima e le dominazioni straniere