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Recensione di Nicola Porro
(Il Giornale del 4.12.2022)

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Italia nucleare

Le indecisioni che hanno caratterizzato lo sviluppo dell’energia nucleare in Italia hanno finito col penalizzare gravemente l’evoluzione del sistema energetico del Paese fino a portarlo all’attuale situazione di dissesto economico: 90 miliardi di euro è la somma complessiva che nel 2022 l’Italia pagherà all’estero per l’importazione di fonti energetiche e di elettricità, mentre le famiglie e le imprese italiane già pagano il chilowattora più caro del mondo.

I ripensamenti che hanno azzerato il sistema nucleare italiano, vanificando ingenti investimenti in tecnologia, know-how e capitale umano, sono ripercorsi attraverso la cronistoria degli avvenimenti succedutisi dall’immediato dopoguerra ad oggi: l’avvio e lo sviluppo delle iniziative industriali, con la nascita del CISE e la realizzazione delle prime tre centrali nucleari; la creazione del CNRN e la progressiva dispersione degli obiettivi della ricerca; la nazionalizzazione dell’industria elettrica e il “caso Ippolito”; le corruttele legate al business del petrolio e i fallimenti della pianificazione energetica; la nascita del movimento antinucleare, la demagogia e l’abdicazione della politica; la cancellazione dei programmi nucleari dopo gli eventi di Chernobyl e Fukushima, il disinteresse e l’abbandono di ogni forma di governo del settore energetico.

Un insieme impressionante di errori dai quali è indispensabile ripartire con consapevolezza per ricostruire su nuove basi l’equilibrio energetico del Paese.


Ugo Spezia
ITALIA NUCLEARE
Dalla pila di Fermi al dissesto energetico